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10 04 2013 | Rimini | Criminalità e riciclaggio: i numeri di Fiba e l’appello di Comune e Provincia

Mercoledì, 10 Aprile 2013

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Rimini | Criminalità e riciclaggio: i numeri di Fiba e l’appello di Comune e Provincia 


Non solo gli arresti nell’ambito dell’operazione Titano della dda di Napoli, anche i numeri diffusi dai bancari della Cisl non lasciano ben sperare in fatto di infiltrazioni mafiose e riciclaggio di soldi sporchi in Romagna. “Negli ultimi quattro anni, nonostante l’Emilia-Romagna abbia fatto registrare una chiusura di ben 106 sportelli bancari, il numero complessivo degli sportelli presenti sul territorio romagnolo mantiene sorprendentemente il livello precedente la crisi e nel caso della provincia di Rimini evidenzia addirittura una crescita di quattro unità”, spiega Marco Amadori, segretario generale della Fiba.
Ciò nonostante i prestiti concessi nel 2012, rispetto all’anno precedente, siano diminuiti nelle tre province (-6,4% a Rimini, -2,3% a Forlì-Cesena e -0,6% a Ravenna) e le sofferenze aumentate. Difatti, nei primi dieci posti tra le province con il maggior numero di sportelli bancari in Italia troviamo ben tre province romagnole: Rimini al secondo posto con uno sportello ogni 1071 abitanti; Forlì-Cesena al quarto posto con 1120 abitanti per ogni sportello e Ravenna, al sesto posto, con 1136 abitanti per ogni sportello. Numeri che non sono altro che la cartina al tornasole di un sistema esposto al rischio riciclaggio, ancor più se confrontano con i dati del territorio emiliano dove, nonostante il numero degli sportelli degli istituti di credito sia nettamente inferiore in proporzione al numero di abitanti, le chiusure sono state numerosissime (-28 sportelli bancari a Bologna, -30 a Modena, -14 a Parma, -14 a Reggio Emilia)”.


Sono numeri che confermano le preoccupazioni di Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini, e Andrea Gnassi, sindaco del capoluogo rivierasco, che riferendosi agli arresti di ieri parlano di una “conferma” rispetto a quanto “la penetrazione della criminalità organizzata sul nostro territorio sia un problema ben più reale e prepotente di quanto a volte si tenda ad ipotizzare”. Una situazione fuori dalla “logica dell’episodio isolato”, segnale di “una tangibile aggressione a fini di radicamento della criminalità nel nostro territorio” con conseguenze “sul versante dell’economia sana, maggioritaria nell’area riminese ma costretta a fare i conti anch’essa con una crisi profondissima che rischia di fare ‘da mosca cocchiera’ a una malavita che si arricchisce con le difficoltà finanziarie delle imprese”.
Da qui la richiesta di un incontro con il prefetto di Rimini, Claudio Palomba, “anche nella sede della Conferenza provinciale ordine pubblico e sicurezza, per fare il punto della situazione circa gli sviluppi e gli strumenti migliori per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata sul territorio riminese”, richiamando all’appello nella lotta alla criminalità tutta la società civile. “Non si può lasciare solo agli enti pubblici e alle forze dell’ordine il compito di affrontare questo gravissimo fenomeno, dagli effetti potenzialmente devastati sull’intera comunità”, dicono.


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